lunedì 22 dicembre 2014

D'AMORE E DI VENTURA Elisabetta Bricca Recensione

Premetto che tutto quello che scriverò nelle prossime righe, è dettato dal mio colpo di fulmine per lo stile di questa autrice, per il suo innato modo di rapirti tra le righe, tenendoti sul filo della narrazione senza possibilità di scampo, senza mai riuscire ad abbassare l'attenzione.  E quando uno stile e una trama mi folgorano in questa maniera, non posso che esternare tutto il mio entusiasmo e la mia ammirazione. Mi rivolgo a tutte le lettrici stanche di storie piatte e inanimate, senza pathos e ambientazione, non lasciatevi sfuggire questo romanzo! A tutte quelle lettrici in cerca di due protagonisti forti, sanguigni e coraggiosi, arsi dalla sete di giustizia e dall'attrazione crescente, consiglio vivamente di leggere la tormentatissima storia d'amore tra Cesare Mocenigo e Viola Ripamonti Sforza, sullo sfondo di un periodo storico che vide molti scontri e lotte di potere tra i potenti casati del tempo. Se vi siete appassionate a storie intense come quelle della Woodiwiss e della Castellano, D'amore e di ventura è la lettura che saprà incatenarvi a dovere!


D'AMORE E DI VENTURA
Elisabetta Bricca

(già pubblicato nel 2010 da Harlequin Mondadori,
e ripubblicato self)
Editore: Elisabetta Bricca
Genere: Romance storico
Pagine: 237
Prezzo: 12.89 (cartaceo)
Ebook: 1.00


Trama

Cesare Mocenigo è un capitano di ventura, nobile, scaltro e affascinante. 
Viola Ripamonti Sforza è la bellissima e coraggiosa nipote del suo peggior nemico. Eppure, benché il dolore lo abbia reso un uomo tormentato e pericoloso, quando la incontra Cesare comprende di avere ancora un'anima. E insieme a lei, sullo sfondo dell'aspra guerra tra Venezia e Milano, tra le battaglie, gli intrighi e lo splendore del Rinascimento, sarà protagonista di una struggente storia di passione e redenzione, in una lenta risalita verso la luce durante la quale tutto può accadere, se a comandare è il cuore.


Opinione di foschia75

(quello che ho scritto... moltiplicatelo... non basterebbe comunque!)

Irrimediabilmente e incondizionatamente innamorata della penna di Elisabetta Bricca.

Dopo aver letto per caso Il falco di Maggio (rec. qui), non sono riuscita a resistere e al costo di un caffè ho trascorso due sere indimenticabili, in compagnia di due personaggi difficili da dimenticare, di quelli che ti entrano nel sangue per la loro determinazione, quella forza d'animo che inevitabilmente ti scuote dentro per come è resa vivida dall'autrice. Era davvero da tanto tempo che non vivevo così fisicamente un romanzo, e sentirti parte di una storia è qualcosa difficile da descrivere. Sono ammaliata e  stupefatta dal modo in cui l'autrice è riuscita a creare emozioni intense e vivide, faccio davvero fatica a spiegare il mio stato d'animo dopo averlo chiuso. Questo è quel genere di romanzo dopo il quale tutti gli altri sembreranno incolori e privi di anima. I romanzi di Elisabetta Bricca creano una insana dipendenza, non si vorrebbe mai arrivare all'epilogo per paura di lasciare la scena, di dover dire addio ai suoi pulsanti personaggi. 
Andiamo per gradi. Chi mi legge da un po' saprà che una grossa fetta del mio giudizio in una recensione, è affidata a due fattori per me fondamentali: le descrizioni (e quindi l'ambientazione) e il pathos che l'autore infonde ai suoi personaggi. Le descrizioni del contesto e dei personaggi, danno profondità alla narrazione, come la scenografia di un film. Le emozioni dei personaggi danno vita vera e propria alla narrazione, riverberando sensazioni fisiche sul lettore (quelli fortunati come me che riescono a entrare totalmente nella narrazione) che, si sentirà partecipe delle vicende. Il talento di uno scrittore è quello di catturare, nel vero senso della parola, il lettore già nel prologo (senza il quale un romanzo perde molto ai miei occhi), e tenerlo incatenato alle righe sotto l'incantesimo del suo stile. Se lo scrittore è capace di farmi vivere fisicamente le emozioni dei suoi personaggi, per me merita tutta la mia attenzione ed entusiasmo. Elisabetta Bricca è stata una meravigliosa scoperta, una lettura terapica capace di trasmettermi sensazioni intense e spiazzanti. I suoi personaggi si muovono in un contesto storico reale, leggermente modificato per esigenze narrative, ma pur sempre latore di antichi fasti. 
Arrivata a questo punto non posso esimermi assolutamente dal parlarvi di Cesare Mocenigo e Viola Ripamonti Sforza, due personaggi difficili da dimenticare, per la loro personalità e il loro coraggio. Il destino li farà incontrare una prima volta in circostanze poco piacevoli, quando Viola è ancora una bambina e Cesare poco più che ragazzo. Agli occhi di Viola lui è un angelo salvatore, che la restituirà sana e salva alla sua famiglia durante gli scontri di Milano. Si rincontreranno quando Viola sarà in età da marito, e Cesare non avrà più nulla da perdere. Qui comincerà la loro travagliatissima storia d'amore e orgoglio, perchè appartengono a due famiglie nemiche, che si sono giurate eterno odio e vendetta. Ma cosa può l'odio contro l'amore, se sono l'uno l'immagine riflessa dell'altro? Odio e amore sono le due fazioni del cuore, in una battaglia senza tempo, e presto sia Cesare che Viola capiranno sulla propria pelle che contro l'amore la battaglia è persa: ci si può ribellare, mettendo a tacere il proprio cuore, ma quello continuerà a sanguinare silenzioso, fino a quando non gli si darà voce. Viola è una giovane donna dal forte carattere, non accetta di essere sottomessa fisicamente e psicologicamente da un uomo, neanche da quell'angelo maledetto che le ha salvato la vita. Cesare è un uomo che ha giurato vendetta verso chi gli ha massacrato la famiglia, e non avrà pace finché non avrà messo fine alla vita del suo più acerrimo nemico. Il passato gli ha prosciugato l'anima e il cuore, nel quale non ci può essere posto per l'amore che rende vulnerabili, che espone al nemico. Il rapporto tra Cesare e Viola è complicato fin dall'inizio, colpevoli le loro origini e il loro orgoglio... ma la passione, quella è tutta un'altra storia, e il lettore si troverà a fare i conti con un bruciante sentimento che lo terrà prigioniero tra le righe. 
Care lettrici, se come me siete alla ricerca di un eroe poco romantico, parecchio incattivito dalla vita, e con un sex appeal come pochi, allora dovete assolutamente fare la conoscenza di Cesare Mocenigo, non ve ne pentirete. Più andrete avanti nella narrazione più sarete vittime della sua ingombrante aura maledetta, della sua affascinante cicatrice e della sua spaventosa forza d'animo. Anche Viola riuscirà a conquistare tutta la vostra attenzione e stima, perché si discosta parecchio dal tipico personaggio femminile del romance storico, che versa lacrime ad ogni capoverso e si piega al fascino del suo amante. Niente di tutto questo, Viola si innamorerà ma con estrema dignità e rispetto di se stessa. Una figura femminile fuori dai soliti cliché historical romance ai quali siamo abituate.
Datemi retta, per le feste, leggete questo romanzo, non ve ne pentirete, e poi sarete costrette a leggere anche Sangue ribelle e Il falco di Maggio.
Elisabetta Bricca scrive in modo magistrale, capace di farsi ricordare a lungo, e di lasciare un fastidioso senso di nostalgia. Un'autrice entrata meritatamente nella mia lista romance ai primi posti!!! 
Consigliatissimo!!! Per me prende il massimo dei voti!


L'autrice



Elisabetta, nata e cresciuta “ner core” di Roma, è laureata in Sociologia comunicazione e mass media; è copywriter, autrice, musa di fotografi, e organizzatrice di premi letterari. 
È appassionata di cucina, letteratura, arte, storia, vino ed equitazione. Ha un grande amore per la letteratura americana del XX secolo, tanto che si è ripromessa di portare una rosa sulla tomba di Faulkner, e per le poesie di Sylvia Plath e Arthur Rimbaud. 
Il suo sogno è quello di poter ritirarsi in un abbaino di Montmartre, a Parigi, dove poter scrivere guardando la luna.
I suoi romanzi: Sangue ribelle (romanzo d'esordio), D'amore e di ventura e Il falco di Maggio.

THIAGO Margaret Gaiottina Recensione


Sarò sincera: odio visceralmente i serpenti, mi terrorizza anche solo immaginarli in bassa definizione o in versione cartone animato . Tuttavia nella finzione narrativa non sono rimasta insensibile al fascino letale e ipnotico  di Thiago Saxton, protagonista di questo romanzo autoconclusivo, attesissimo seguito del suggestivo  Jaguarà;  ancora una volta Margaret Gaiottina si è destreggiata tra animali pericolosi, dannazione e cardio depressori,  passando per  fuori serie e sfasciacarrozze:  regalando ai suoi ammiratori un nuovo “ romance tosto a tinte forti per adulti” 

THIAGO
MARGARET GAIOTTINA


Editore: Mamma
Collana: Ophiere
Genere; Romance contemporaneo
Pagine: 183 
Prezzo: € 9,80
ebook: € 4,99

La Trama

A Sussex e nel jet set internazionale nessuno è più conteso di Thiago, biondissimo Golden Boy e ultimo rampollo della famiglia Saxton. Ma Sussex non è solo lusso, è anche desolazione e periferia dove una ragazza come Portia Mantini non sa proprio dire di no. Mai. A nessuno.
Portia non sa però che il fascino patinato delle donne dei quartieri alti non regge il confronto contro la forza vera, quella naturale che sgorga dal cuore, stilla da labbra impertinenti e da occhi di fuoco come i suoi. Anche quando ci sente buoni solo per un giro di giostra. Anche quando l’amore più biondo che c’è nasconde uno spaventoso segreto.
Ancora i fratelli Saxton della Jaguarà saga, questa volta la penna di Margaret Gaiottina è dedicata a Thiago.

Opinione di Charlotte

Vorrei partire da un' "avvertenza prima dell' uso": questo libro  è legato a doppia mandata al precedente, del quale costituisce ideale prosecuzione. Pertanto a mio avviso prima di procedere nella  lettura è imprescindibile  conoscere la vicenda raccontata in Jaguarà: così da   comprendere appieno l’ entità del fardello che sono costretti a portare i due fratelli Saxton e l' aspetto immaginativo della serie composta dai due titoli. In Thiago infatti i presupposti della " croce"  del protagonista vengono dati per assimilati e la vicenda è incentrata essenzialmente su una  tormentata  storia d’ amore, negata e contrastata fino all’ ultimo capitolo, che sembrerebbe avere poche chances di sopravvivenza alla luce della complessità dei suoi protagonisti, ma che è destinata a riservare molte sorprese.   
Se il predatore giaguaro l’ aveva fatta da padrona nel primo volume, il suo antagonista,  cinicamente “ progettato” forte e maledetto in egual misura, è un predatore rettile, opposto esteticamente e caratterialmente al fratellastro.
Fin dalle prime pagine si comprende come Thiago sia una storia imperniata sulla repressione degli istinti, il dolore, la crescita nell’ odio e nell’ autodistruzione: nella quale trova posto uno spiraglio di speranza sotto forma di accettazione reciproca e amore.   I due protagonisti sono a dir poco complicati : Portia è una ragazza coraggiosa e luminosa con scarsa considerazione di sè, che si barcamena come può in un ambiente in cui imperversano la violenza domestica e lo squallore, e che per reagire alle brutture con le quali convive   mira erroneamente  a provocare dolore in chi le fa del male svilendo se stessa.
Al contrario Thiago, condannato per nascita e condizione alla convivenza con il senso di colpa e il dolore,  è cresciuto in un ambiente benestante e protettivo ma freddo e formale:  in cui la sua vera natura, la sua energia  e le sue emozioni sono sempre state represse, e in cui in virtù di tale inibizione ha sviluppato una serie di stratagemmi per autocontrollarsi che lo hanno reso apparentemente  vuoto e ostile alla famiglia . I due protagonisti del romanzo  sono quindi  individui che sopravvivono alla vita, al peso  che devono portare, e che imprevedibilmente nel corso della storia,  nonostante provengano da due contesti sociali opposti,  riescono a comprendersi e a valorizzarsi reciprocamente come mai è avvenuto nella loro esistenza.  
L' interrelazione di Thiago e Portia  li mette a nudo in un modo per loro inedito e impensabile, al punto di spingerli a mettere in discussione regole collaudate e atteggiamenti consueti: il loro è un gioco molto pericoloso e conflittuale, in cui il desiderio si mescola alla paura, l’ attirarsi al respingersi,  l’ usarsi al venire  disarmati, l' affezionarsi al perdersi, il desiderarsi al cedere al tormento. In qualunque modo decidano di razionalizzare il loro rapporto, il conforto della ben nota fisicità  si  evolve in un inaspettato  legame spirituale.  E tanto più l' affinità di Thiago e Portia viene negata e soffocata da entrambi per ragioni diverse, più appare chiaramente manifesta la sua capacità di redimere e infondere speranza. 
Il sesso è molto presente nel libro, fra i protagonisti e anche con altri partner: ma solo quello che c’è tra loro due è verità, atto totale e completo, giocato su sensazioni e pulsioni genuine, in modo primitivo e animalesco ; rivelandosi  così “ giusto”   e pervaso da un  senso di ineluttabilità.   Solo tra di loro Portia e Thiago  desiderano la vera intimità  e riescono ad arrivare a toccare le corde più profonde: accettandosi e piacendosi così come sono, allontanando così le mostruosità e la finzione dalle loro vite.
In quest' ottica, i personaggi di contorno con le loro peculiarità rafforzano la rappresentazione di un legame  " lui e lei  uno per l' altro, soli contro tutti " . Per quanto riguarda la famiglia Saxton, Orlando “Jaguarà”  e Thiago hanno un rapporto estremamente conflittuale; il loro fratello David è il contraltare glaciale e composto che non mostra sentimenti; il loro padre Arthur è un uomo pavido che può rivelarsi meschino. Il contesto in cui vive Portia poi è davvero aberrante e costantemente teso , enfatizzando malessere, senso di solitudine.
Margaret Gaiottina si conferma una narratrice d’ eccellenza: sofisticata ma non pretenziosa, efficace e abile nell’ immedesimarsi negli stati d’ animo dei suoi personaggi.   Rispetto a  quel che avviene in Jaguarà, in Thiago la trama è più esile, a favore di uno studio marcato dell’ introspezione di due personaggi non facili da tratteggiare – Portia in particolare- senza correre il rischio di  diventare retorici e moralisti. L' autrice  è in grado di tenere incollato il lettore alle pagine da lei scritte in virtù  della sua naturale empatia , della raffinata seduzione , della tensione emotiva che rivela aspetti struggenti: tutte caratteristiche peculiari dello stile di Margaret Gaiottina, che producono nei suoi libri un risultato originale e accattivante. Io che sono una vorace ottimista, spero che dalla sua  penna spunti fuori qualche altro fratello da sviscerare per benino, come solo Margaret è in grado di fare   

 La serie Jaguarà

- Jaguarà ( Mamma Editore, recensione QUI
- Thiago 

L' Autrice 
( bellissima  immagine tratta dal suo blog)
Trentotto anni compiuti da poco, vivo a Roma, la mia meravigliosa splendida città.
Ho avuto una lunga parentesi siciliana durata ben nove anni, ed è per questo che quelle splendide terre mi sono rimaste parecchio nel cuore. 
Faccio i salti mortali e le migliori acrobazie tra un marito due figli e i miei adorati libri, da scrivere e da leggere.  Senza la lettura non sarei più io, è qualcosa che mi completa e mi stimola. I miei romanzi, invece, sono la mia evasione, il contraltare della realtà, fatti di eroi belli e impossibili, di situazioni da sogno. 

Il blog dell' autrice: http://margaretgaiottina.blogspot.it/
La pagina FB dedicata a Jaguarà: 
 

PARLAMI DI TE BLOGTOUR Monique Scisci Quinta tappa 22/24 Dicembre

Cari lettori, oggi ospitiamo con molto piacere la quinta tappa del blog tour PARLAMI DI TE di Monique Scisci, secondo romanzo youfeel dell'autrice (recensione qui).  Monique ha scelto per voi lettori tre estratti significativi dal suo romanzo. Non dovrete far altro che sceglierne uno e commentarlo. In palio, un gadget legato al romanzo. La nostra tappa avrà come premio una carinissima calamita con la cover di Parlami di te

QUINTA TAPPA

BLOGTOUR PARLAMI DI TE
Monique Scisci



Ed ecco il gadget!


Qui sotto i tre estratti da 
Parlami di te,
che l'autrice ha scelto per voi!

Commentate per partecipare
alla quinta tappa!!!

Primo estratto


«Invece cosa mi dici del racconto che stai scrivendo da circa… due mesi?» chiese, per cambiare discorso. «Non dovevi farmelo leggere? Il concorso quando scade?» la incalzò, prima di mettersi in bocca un biscotto. Valeria si schiarì la voce. «Fra una settimana, ma non penso di consegnarlo» rispose iniziando a sistemare la spesa nella credenza. «Perché?» «Non credo che sia valido.» «All ’inizio eri entusiasta. Cos’ è successo?» «Nulla» rispose Valeria continuando a occuparsi della spesa. «Avanti, spara.» Valeria fece un sospiro sconsolato e si voltò, appoggiando la schiena al bancone della cucina. «La storia non mi piace più, c’ è qualcosa che non funziona nei personaggi. E poi, il concorso si svolge in rete, tutti possono leggere ciò che scrivo. Ogni partecipante deve pubblicare il proprio racconto sul sito: più visite riceve, più aumenta la possibilità di vincere ed essere pubblicato con un regolare contratto di edizione.» «Quindi, decidono gli utenti» concluse Sofia con la bocca piena. Accartocciò il sacchetto ormai vuoto e si alzò. «Temi il confronto con i lettori?» «Anche…» ammise Valeria, torturandosi le mani. «Insomma , non è facile per un esordiente. Se fosse un editor a stabilire se il mio racconto ha delle potenzialità, sarebbe meglio. Potrebbe darmi dei consigli su come migliorare il testo. » « Effettivamente è uno strano modo di organizzare un concorso» commentò Sofia. «Ormai funziona così: le case editrici tengono conto delle classifiche di Amazon e del gradimento dei lettori. Le linee editoriali non si basano solo sul genere più venduto, ma anche sulla visibilità dell ’autore stesso. » Sofia arricciò le labbra. «Che idiozia! Dubito che una casa editrice seria prenda in considerazione un autore solo perché ha successo in rete. » «Ti sbagli! Stiamo parlando della Rovelli Editore» replicò Valeria, come se il nome della casa editrice valesse più di mille spiegazioni. «Ormai anche gli scrittori più famosi si affidano ai risultati di Internet, e credo che alcuni stiano addirittura partecipando sotto falso nome. Carlo dice che è facile, basta usare un fake e il gioco è fatto. » «Che diavolo è un fake ?» domandò Sofia. «Un profilo fasullo. Non me ne intendo molto di queste cose, l ’esperto è lui» rispose. Carlo era il fidanzato di Valeria o qualcosa del genere; non era uno da appellativi sdolcinati e detestava le qualificazioni sentimentali. Sofia lo chiamava « lo smanettone » perché era un nerd con tutti gli attributi. Lavorava come informatico per un grosso istituto bancario ed era un lettore seriale di science fiction . Sapeva tutto di tutto; era uno di quei saputelli fastidiosi che Sofia tollerava a malapena. Aveva ampiamente espresso le sue riserve sulla loro relazione, ma Valeria aveva risposto che le andava bene così: nemmeno lei era pronta a impegnarsi in un rapporto serio. Sofia corrugò la fronte e rimuginò sulla questione appena sollevata da Valeria. «E perché un autore di successo dovrebbe nascondersi dietro uno di questi fake?» domandò curiosa. Valeria piegò le buste della spesa e le infilò in un cassetto. Conosceva quella casa meglio del suo monolocale di periferia che condivideva con Michela, una coetanea che frequentava l’ultimo anno di università proprio come lei.
«Carlo dice che serve per chi vuole sperimentare nuovi generi ed espandere il proprio pubblico. È un po’ come usare uno pseudonimo, credo.» «Però, nel caso in cui il racconto vinca, diventa complicato gestire la privacy» valutò Sofia.


Secondo estratto


La prima settimana alla Locanda del Tempo trascorse serena. Il signor Orlando acconsentì ad affidare a Sofia la gestione del magazzino. Le otto ore passavano veloci tra i messaggi di Christophe, sempre più frequenti e soprattutto attesi, qualche battuta con il timido Giacomo e la catalogazione dei pezzi d’antiquariato: un lavoro, in un certo senso, sistematico e rassicurante. E così tra quei frammenti di storia, le conversazioni rubate con il suo nuovo amico virtuale e i viaggi in motorino sotto il gelo tra le vie della città, qualcosa dentro di lei cominciò a cambiare. Il torpore emotivo si stava dissipando, costringendola a prendere atto che la sua stasi produttiva stava giungendo al termine. Nuove idee cominciarono a vorticarle in testa. Ogni cosa assumeva fascino e si imprimeva nella sua mente come una scritta indelebile che chiedeva di essere collocata sulla lavagna del tempo. Un sorriso, uno sguardo, una parola diventavano frammenti di un puzzle in attesa di essere composto. Sebbene Sofia facesse di tutto per ignorare il richiamo alla scrittura, diventava sempre più difficile costringere le idee al silenzio. L’unica nota negativa erano le chiamate del suo editore che, con il trascorrere dei giorni, erano diventate insistenti. Per qualche strano motivo De Melis sembrava avere una certa urgenza. Doveva affrontarlo, prima o poi. La notte andava a dormire tardi; più di una volta aveva visto il cielo rischiararsi. Christophe la teneva sveglia, la stuzzicava, lanciava ami cui lei puntualmente abboccava. Lui sembrava non avere problemi di orario, forse era nottambulo, ma alla fine era sempre lei a congedarsi perché al mattino faticava ad alzarsi dal letto. Tuttavia si svegliava con il sorriso. «Mi stai ascoltando?» Sofia alzò lo sguardo e incontrò il volto contrariato Simone. «Almeno a cena puoi evitare di usare il cellulare?» la rimproverò. «Stavo solo rispondendo a un messaggio. » «È da quando ci siamo seduti al tavolo che non fai altro… Tanto valeva che cenassi da solo!» Sofia sbuffò e ficcò il telefono nella borsa. Appoggiò i gomiti sul tavolo e sfoggiò un bel sorriso. «Allora, cosa stavamo dicendo?» chiese battendo le ciglia. Simone scosse la testa. Si asciugò gli angoli della bocca con il tovagliolo, dopodiché si spinse sullo schienale della sedia e prese a osservarla. «Chi è?» tagliò corto. Sofia avvampò: «Chi è chi?». «Il tuo spasimante» rispose lui indicando la borsa. «Non ho nessuno spasimante» rimbrottò Sofia infastidita versandosi da bere. «Eppure non riesci a smettere di scrivergli. » «Te l’ho detto: stavo solo rispondendo a un messaggio. » «Ti osservo da giorni, e ho notato che sei distratta e incollata al telefono come mai prima d’ora. Ti conosco troppo bene: qualcosa bolle in pentola. Hai conosciuto qualcuno, confessa.» Sofia alzò gli occhi al cielo. «No!» rispose con troppa enfasi destando l’attenzione di un gruppo di persone sedute al tavolo accanto a loro. Li fulminò con uno sguardo di riprovazione, e quando tornò a concentrarsi su Simone lui stava sorridendo. «Ehm… nessuno , hai detto?» la schernì. «È solo una persona che ho conosciuto in rete» spiegò. Sofia sapeva che Simone non si sarebbe arreso finché lei non avesse ceduto, perciò tanto valeva dirgli tutto. Gli raccontò della storia letta per caso, del concorso cui voleva partecipare Valeria, del suo account fasullo e delle chiacchierate a tarda notte con Christophe. Simone ascoltò in silenzio, e solo quando lei terminò il racconto decise di parlare. «Quindi… » disse avvicinandosi al tavolo e incollandole addosso uno sguardo fulminante. « Ti intrattieni con un perfetto sconosciuto?! » Il rimprovero implicito nella domanda fece scattare in Sofia un campanello di allarme. Si schiarì la voce e, sollevando il mento, passò al contrattacco. «Tu quante donne ti porti a letto senza nemmeno conoscere il loro nome? Ci scambiamo solo dei messaggi, non sa nemmeno chi sono. » «Non credo sia la stessa cosa» replicò Simone. «Punti di vista. » «Non capisci!» la redarguì l’amico in tono severo. «In rete circola gente strana: psicopatici, maniaci, frustrati, asociali che trascorrono il loro tempo su Internet a molestare persone ingenue come te. Questo fantomatico tizio potrebbe risalire alla tua identità con facilità. Devi stare attenta. » Sofia sbuffò. «Non sai neanche chi è, questo Christophe Martin. Per quanto mi riguarda potrebbe anche non esistere. » «Stai esagerando.» «Come fai a saperlo?» Sofia si alzò stizzita.


Terzo estratto

Mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo, sapere come scrivi… le scrisse a un certo punto, e lei si irrigidì. Nonostante avesse pubblicato molti romanzi, la disavventura che aveva vissuto aveva indebolito la sua autostima, e con il tempo intaccato le sue difese. Tuttavia lui non sapeva chi era in realtà, e anche se Becca le somigliava più di quanto fosse disposta ad ammettere, poteva rischiare un po’. Attese qualche minuto prima di rispondere e Christophe si accorse che qualcosa non andava perché si apprestò ad aggiungere: Scusa, forse sono stato invadente. Se vuoi cambiamo discorso. È che la tua idea mi piace, e scommetto che hai già scritto qualcosa che, per ragioni che non vuoi dirmi, conservi gelosamente nel cassetto, al riparo da occhi indiscreti . Dimmi qualcosa che non so di te , scrisse allora Sofia. Ci sono molte cose che non sai di me , rispose lui. Allora dimmi qualcosa che vuoi che io sappia. Mi piace parlare con te. Sento di poterti raccontare tante cose, però mi frena il fatto di non conoscerti nella realtà , confessò Christophe. Non pensi che sia proprio la distanza a darti l’impressione di potermi confidare tutto quello che vuoi? lo provocò. Nella sua mente aleggiava ancora l’avvertimento di Simone. Non sei la prima persona che conosco su Facebook , replicò lui. Ecco, rifletté Sofia. Quindi è un habitué di questo maledetto social. E, delusa dalla confessione che la gettava direttamente tra la mandria di donzelle cui si era avvicinato il suo Christophe, appoggiò il cellulare sul comodino, spense la luce e si girò sul fianco coprendosi fin sopra la testa. « ’Fanculo» mormorò. Sentì il cellulare vibrare sul mobile, ma decise di non cadere in tentazione. Abbandonarsi al sonno non era affatto facile perché era dannatamente curiosa di sapere cosa le aveva scritto, inoltre si vergognava del proprio comportamento infantile. Però gli stava concedendo troppo spazio, dato che Christophe era solo un fantasma e forse lo sarebbe rimasto per sempre. Dopo dieci minuti abbondanti di tortura, la tentazione divenne insostenibile. Sofia si mise seduta, accese la luce, afferrò il cellulare e guardò il display: Chris le aveva scritto un papiro. Forse ti ho dato un’impressione sbagliata. Credimi, non sono un maniaco accalappiatore della rete. Sofia scoppiò a ridere . Di solito non mi espongo, non qui, su un social network dove puoi incontrare chiunque. Non mi fido delle persone che frequentano certi spazi virtuali. Molti si nascondono dietro false identità, ti contattano perché non hanno nessun altro con cui parlare e ti rovesciano addosso le proprie frustrazioni. Ecco perché non ci sono foto personali sul mio profilo. Per me Internet è un passatempo, un mondo virtuale, un’evasione dalla realtà, e tu mi dai l’idea di essere come me. Rispetti la mia privacy, non fai mai domande personali perché immagino tu non voglia riceverne. Mi trovo bene con te e ho voglia di sentirti. Spero di non averti spaventata, in tal caso ci rimarrei malissimo, prevedo già una nottata insonne, tormentato dal senso di colpa . Concluse il messaggio con una faccina sorridente. Illuminante , commentò Sofia, con un sorriso ebete stampato sul volto. Semplice sincerità , ammise lui.


Scegliete uno dei tre passaggi e commentate, Monique ne sceglierà uno che vincerà la calamita con la cover del romanzo!!!