sabato 16 febbraio 2013

IL COLORE DELLA PASSIONE Vina Jackson Anteprima

Dopo la mia pausa-lettura da EROTICI, torno per annunciarvi un'uscita che tenevo d'occhio da Dicembre. E come al solito devo ringraziare la mia amica Milly del blog myromanceland che mi tiene aggiornata sulle date inedite, e Anna della Mondadori per copertina e scheda.


Sto parlando del primo appuntamento con la trilogia erotica Eighty Days
di Vina Jackson edito da MONDADORI,
in libreria dal 26 FEBBRAIO
 
Editore:  Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 276
Prezzo:  14.90
ebook: 6.99
ISBN: 9788804628491
 
 
Trama
 
 
Summer è da poco arrivata a Londra dalla Nuova Zelanda. Ha i capelli rossi, una gran voglia di vivere e un'intensa passione per la musica di Vivaldi. Si guadagna da vivere suonando il violino in serate occasionali o nelle stazioni della metropolitana. Ed è qui che la nota Dominik, un giovane professore universitario catturato dal fascino di quella musica. L'ascolta da lontano, di nascosto, estasiato. Quando Summer viene aggredita e il suo prezioso violino finisce distrutto, sarà Dominik a offrirsi di sostituirglielo.
Summer, in cambio, dovrà solo suonare per lui in un concerto privato. Comincia così una relazione impetuosa e sempre al limite, tanto imprevedibile quanto profonda e inarrestabile.
Summer non ha niente da perdere.
Anzi, forse è il momento di fare i conti con se stessa, con il suo lato oscuro e sempre negato.
Anche a costo di scoprire che al piacere si accompagna, inevitabilmente, il dolore.
Ma quanto può durare una relazione nata da una passione così totale e divorante?
 
 
 
 
Il professore universitario e la musicista tormentata riusciranno a lasciare un'impronta indelebile come hanno fatto Mr.Grey e Anastasia?  Molte lettrici hanno paragonato questa serie a quella più famosa delle cinquanta sfumature, ma i due scrittori che si celano dietro lo pseudonimo di Vina Jackson, giurano di non aver mai letto la trilogia di E.L.James.
Non ci resta che aspettare il 26 Febbraio per "dissetare" la nostra curiosità e, sentir forse meno la nostalgia del planetario sexy bad-boys che ha fatto milioni di vittime....
Vina Jackson promette una notevole tensione sensuale tra un capitolo e l'altro. E noi è proprio quello che cerchiamo in un erotico che si rispetti.
 
- 10 giorni!!!
 
 
Trilogia Eighty Days
 
1.Eighty days Yellow   (Il colore della passione - Mondadori - 26 Febbraio)
2. Eighty days Blue
3 Eighty days Red
4. Eighty days Amber  (spin-off)
5. Eighty days White   (spin - off)

CONTEST DI S. VALENTINO ecco la vincitrice!!!

Cari lettori,
mi scuso per il ritardo, ma aspettavo la risposta della vincitrice che ha dato il suo consenso alla pubblicazione del racconto vincitore!!!
Ma andiamo per gradi....
Quando ho annunciato questa iniziativa, alcune delle lettrici fisse del blog mi chiesero se avremmo pubblicato i racconti dopo la chiusura del contest. Ebbene, sono arrivati in tutto nove racconti, ambientati tutti in ambienti sportivi diversi. E' stata una piacevole esperienza leggervi tutte, siete state davvero brave nel cimentarvi, e alcune di voi ci hanno piacevolmente colpito, per cui la vincitrice è una, ma io ho voluto comunque che si scegliessero le tre più meritevoli.
I giudici di questo contest eravamo io, Sangueblu, Nippi e un giudice esterno a noi tanto cara, l'amica Francy del blog LEGGEREFANTASTICO .
Dopo il confronto, è apparso subito chiaro, che la prima classificata aveva ricevuto 4 voti su 4, perciò non abbiamo avuto alcun dubbio che la vincitrice fosse......


SARA!!!
 
con il racconto
 
SOLO CON TE
 
ambientato nel mondo dell' Hockey
  
 
SECONDO CLASSIFICATO
 
LA FORTUNA E' CIECA
 
di SABRINA
 
 
TERZO CLASSIFICATO
 
IO E L'ADORABILE SCIMMIONE CON LA PALLA OVALE
 
di DEBORAH DESIRE
 
 
 
 
 
COME SEMPRE RINGRAZIO MARTINA
E
 
 
 
PER QUESTA BELLA OPPORTUNITA'.
 
 
ED ORA MI SEBRA GIUSTO CHE ANCHE VOI CHE CI LEGGETE,
POSSIATE ASSAPORARE QUESTE TIEPIDE PAGINE
DI UN AMORE IN DIVENIRE....
 
 
 
SOLO CON TE di Sara
Mi ritrovo nuovamente qui, come ogni sabato, allo stadio di Montreal, e non certo per mia volontà. Sono seduta fra ventimila persone, eppure mi sento tremendamente sola. Vicino a me, qui in tribuna d'onore, è seduto mio padre, o per meglio dire il mio padre adottivo. Accanto a lui c’è la sua nuova fidanzata, Vanessa, la numero tre da quando ha divorziato dalla mia madre adottiva. La guardo, e vedo quello che vedevo in tutte le altre, una bellezza mozzafiato ma altrettanta freddezza. Sembra davvero che se le faccia confezionare con lo stampino. Poi guardo lui, è intento ad osservare la partita. E' molto nervoso, ma non più di quanto lo sia ogni altro giorno. Continua ad agitarsi sulla sedia e a gesticolare. Ogni tanto afferra il telefono e si mette a parlare animatamente con qualcuno, immagino per dare direttive in merito alla partita. Gli Steal Gladiators, la squadra di hockey su ghiaccio locale, stanno perdendo contro i Prince of Ice , la squadra della capitale; e il migliore dei giocatori dei Gladiators si è appena infortunato, ed è stato costretto a rientrare negli spogliatoi, per farsi medicare. La situazione non è quindi delle migliori, e perdere questa partita significherebbe compromettere la vittoria della Stanley Cup, un vero smacco per il prestigio di mio padre, il presidente dei Gladiators, nonché la perdita di un’ ingente somma di denaro. Non capisco davvero il motivo di questa sua così grande preoccupazione. E’ l’amministratore delegato di una delle aziende multinazionali più importanti del Canada ed è anche un brillante avvocato fiscalista, perdere una partita non dovrebbe essere poi così drammatico. Eppure per lui lo è. La sua vita ruota attorno alla fama e ai soldi, e purtroppo essere già un multimilionario e rinomato uomo di successo non gli basta. Su queste mie riflessioni mi ritrovo a sbuffare vistosamente, e lui se ne accorge subito. Si gira come un falco verso di me e mi afferra un braccio, stringendo molto più del dovuto, e con uno sguardo di ghiaccio si abbassa vicino al mio orecchio "Ragazzina, ti ho pagato il biglietto in tribuna d'onore, non hai il diritto di annoiarti. Ti pago l'università, ti dò vitto e alloggio, ti faccio vivere come una principessa, cosa che tua madre non avrebbe mai potuto permettersi. Non ti azzardare a sbuffare un’altra volta o poi a casa facciamo i conti." Ho il cuore in gola quando stacca la mano dal mio braccio e si allontana da me. Gli occhi stanno iniziando a pizzicarmi e una lacrima sta scendendo sulla mia guancia, ma non posso permettermi di piangere qui, davanti a lui, o peggiorerei solo la situazione. Grazie al Cielo riceve una telefonata e si alza dalla sedia per dirigersi verso il bordo del campo da gioco. A quel punto anch’ io mi alzo e percorro verso l’alto la prima gradinata che trovo, quindi entro in un tunnel. Non ho idea di dove sto andando, ma in questo momento non mi interessa pur di allontanarmi da lui, pur di allontanarmi da tutto. Faccio alcune gradinate verso il basso e mi ritrovo davanti ad un corridoio. Circa a metà ci sono due porte azzurre con la scritta spogliatoi ben visibile, ne apro una ed entro. Ho bisogno di rimanere sola, e qui nessuno avrebbe motivo di entrare per adesso, almeno finche la partita non sarà finita, e ci vorrà ancora un bel pò. Quello che vedo all'interno è una serie di armadietti azzurri e delle panchine bianche, con sopra dei vestiti sparpagliati qua e là. In un angolo, alla fine della serie di armadietti, intravedo una sedia, che sembra volersi nascondere dal mondo, proprio come vorrei poter fare io in questo momento. Mi avvicino e mi siedo, e in quel preciso istante le lacrime iniziano a scorrere sulle mie guance e io mi lascio andare a forti singhiozzi che scuotono tutto il corpo. E mi ritrovo così, rannicchiata, a piangere e a tremare per una vita che mi da tutto ciò di cui potrei fare a meno, e che mi priva dell' unica cosa di cui avrei così tanto bisogno, l'amore di una famiglia. Rimango lì, non so quanto a lungo, finche delle voci mi fanno tornare alla realtà. Le voci sono sempre più vicine e non faccio in tempo ad alzarmi dalla sedia che la porta si spalanca, ed entra un uomo nudo, con solo un piccolo asciugamano legato attorno ai fianchi. O mio Dio! Non so che cosa fare! Lui non si accorge di me e io provo a schiacciarmi sempre di più contro l’angolo, cercando di trattenere i singhiozzi che scuotono ancora il mio corpo dopo il pianto. Lo vedo aprire l’armadietto, sta prendendo dei vestiti e poi…o santo Cielo! Si toglie l’asciugamano! E in quel preciso istante io cado in stato di shock. E non so se sia per l’imbarazzo, o per lo sconcerto di quella visione che farebbe invidia al David di Donatello in persona. Istintivamente mi copro la bocca con le mani. Mi sento tremendamente in colpa, io non dovrei essere li!
Ancora scossa dalle precedenti lacrime e frastornata dalla situazione assurda che si è creata davanti ai miei occhi, mi appoggio alla parete, e senza volere urto la sedia, che si sposta, facendo un rumoroso scricchiolio. Non faccio neppure in tempo a rendermi conto di quello che accade e lui è già davanti a me, in tutta la sua maestosità. Il torso nudo che mostra muscoli di cui io non sapevo neppure l’esistenza, un paio di pantaloni di tuta a vita bassa che gli fasciano i fianchi in una maniera spaventosamente perfetta. Capelli biondo rame ancora umidi e spettinati in un modo così sexy da lasciare senza fiato. Un viso splendido con lineamenti mascolini e un paio di meravigliosi occhi azzurro ghiaccio, che mi stanno fissano con uno sguardo che è un misto tra il malizioso e il divertito. Mi sento svenire per imbarazzo. Abbasso il viso ed arrossisco così vistosamente che spero ci sia un estintore a portata di mano, perché credo che potrei andare a fuoco da un momento all’altro. Mi fisso le scarpe e ho la chiara percezione del suo sguardo su di me. Una piccola lacrima residua scorre sulla mia guancia ed arriva vicino alle mie labbra; io alzo subito la mano per asciugarla, ma non faccio in tempo perché è la sua di mano che si alza più velocemente sul mio viso. Istintivamente indietreggio e mi ritrovo con la schiena contro il muro, e in quel momento il panico mi assale. Ho paura, ho il terrore che con quella mano faccia ciò che è solito farmi mio padre. Inizio a tremare e le parole che mi escono dalla bocca sono un debole sussurro "Ti prego non…non farmi del male… Mi dispiace io…io pensavo di non disturbare qui…" Ma la sua mano non si ferma e io chiudo gli occhi pronta a quel dolore che ormai conosco così bene. Ma quello che sento invece è totalmente sconosciuto. E’ una delicata carezza che percorre tutta la mia guancia, fino ad arrivare ad asciugarmi dolcemente quella lacrima che ha fermato la sua corsa proprio lì, vicino alle mie labbra. Mi ritrovo immersa in quella sensazione, immersa in quella dolce carezza, e non oppongo resistenza quando sento che mi prende il mento fra le dita costringendomi ad alzare il viso, ad aprire gli occhi, e a guardarlo "E perché mai dovrei farti del male? Dolcezza, in questo momento mi stanno passando per la testa tante cose che potrei farti, ma credimi che nessuna di queste ti farebbe male…anzi, tutt’altro…" e un malizioso luccichio gli illumina lo sguardo. Io rimango lì, con la bocca semi aperta, e con uno strano formicolio mai provato al basso ventre, che non so proprio che cosa sia. Mi prende dolcemente la mano e mi porta fuori dal mio angolino. Mi fa sedere su di una panchina e si inginocchia davanti a me "Posso sapere il motivo di queste lacrime? E’ un peccato che degli occhi così belli siano anche altrettanto tristi…impauriti…spenti…" Rimango basita da quelle parole, sembra che mi legga negli occhi, sembra che attraverso i miei occhi veda tutta la mia anima, così ferita, così fragile, così sola. Ho 19 anni e non ho alcuna esperienza con gli uomini, perché ho sempre voluto tenerli ad una certa distanza. Il mio problema è che non riesco a fidarmi delle persone. Ma lui stranamente mi fa paura e mi attira alla stessa maniera, ed è la prima volta che mi accade. Non rispondo alla sua domanda perché non saprei cosa dire, e rimango silenziosa, con lo sguardo basso sulle mie mani. Lui fa un grosso sospiro "Mi chiamo Christofer, e sono il capitano dei Gladiators. Che ne dici piccola, iniziamo dalle presentazioni? Ti va di dirmi il tuo nome? " Alzo lo sguardo e cerco di riprendermi dalla marea di sensazioni ed emozioni sconosciute che mi stanno inondando "Sono Cassandra…Cassandra Stenton". Lui capisce subito "Mmh…la figlia del presidente…molto interessante. Se avessi saputo prima che aveva una figlia così non mi sarei certo scervellato con le scuse per evitare tutti i suoi invita a cena a casa vostra. D’ora in poi avrò un motivo più che valido per accettare gli inviti a quelle cene..." Non riesco a trattenermi dal fare un piccolo sorriso a quelle parole, e mi rendo conto di quanto sia bello sentire le labbra che si incurvano all’ insù. Non ho davvero idea di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che ho sorriso. Continuo a sentire quello strano formicolio al basso ventre e lo stomaco sottosopra, e quando alzo il viso per immergermi di nuovo in quegli occhi blu, mi rendo conto che si sta avvicinando pericolosamente a me, e il cuore mi balza in gola dalla paura. Mi alzo subito e cerco di raggiungere la porta, ma lui mi afferra per un braccio in un modo deciso, eppure senza farmi alcun male, e mi costringe delicatamente ad appoggiare la schiena contro il muro. Sento tutto il suo corpo premere contro il mio. Con una mano mi accarezza dolcemente il fianco, con l’altra invece mi prende il viso e si avvicina sempre di più. Io cerco di divincolarmi terrorizzata "Cosa…cosa vuoi fare? Ti prego non…" Non riesco neppure a parlare da quanto sto tremando, ma lui continua a tenermi ferma e ad accarezzarmi "Shhh….non ti voglio fare dal male… Mi piacerebbe solo poter capire perché hai così tanta paura, anche di una semplice carezza… Sei così dolce…così diversa da tuo padre… Per favore chiudi gli occhi… Rilassati… Fidati di me…" La sua voce è così suadente che io sono quasi ipnotizzata. Non capisco se ho davvero a che fare con un giocatore di hockey, o se quello che ho di fronte è un mago ammaliatore, oppure, che so io, un extraterrestre con strani poteri, fatto sta che sono completamente nelle sue mani. Chiudo gli occhi e respiro il suo profumo, è così maschile, così buono. Mi concentro su quel misto di bagnoschiuma, di tabacco, e di lui, e pian piano sento che tutti i muscoli del mio corpo si stanno rilassando, e la paura se ne sta andando. Inizio a pensare che davvero non voglia farmi del male, altrimenti lo avrebbe già fatto, almeno credo. Ma i miei pensieri vengono bruscamente interrotti dalla sensazione delle sue labbra contro le mie. Ed è qui che mi sento sciogliere come neve al sole. Non so più neppure dove mi trovo, non so più neppure chi sono, riesco solo a sentire quello che mi sta facendo. Mi prende il labbro superiore con i denti e me lo succhia dolcemente, poi fa la stessa cosa con quello inferiore. Sento la sua lingua che percorre il contorno delle mie labbra, facendo uscire un gemito totalmente involontario e sconosciuto dalla mia bocca. Non ho mai provato una sensazione simile. Ma che cosa mi sta facendo? Che cosa mi sta succedendo? Continua a lambire le mie labbra con la lingua e ad un certo punto si spinge verso il centro e forza l’apertura della mia bocca. Lo lascio fare, non so per quale strano motivo ma mi sento bene, come mai prima d’ora. Mi sento a casa, come mai mi sono sentita a casa mia. E in un attimo la sua lingua è dentro la mia bocca, ed è un movimento lento e sensuale, come a volermi insegnare a seguirlo, ed io lo faccio timidamente. Ci stacchiamo dopo non so quanto tempo e sono senza fiato. Lui mi bacia la punta del naso e si allontana accarezzandomi il viso, e io devo sostenermi al muro perché la gambe sembra che non rispondano più a me, così come il mio cuore che sta battendo ad un ritmo forsennato, e stavolta non per la paura. Si avvicina ai vestiti e riprende a vestirsi da dove si era interrotto, ma senza smettere di guardarmi "Ti aspetto più tardi alla festa post partita. Voglio rivederti, e voglio più tempo per parlare con te. " E a quelle parole io, per l’ennesima volta in quello strano pomeriggio, mi sento svenire. Ma è possibile che mi faccia questo effetto? Quei modi così diretti, cosi decisi, eppure così dolci. E mi ritrovo nuovamente a fare un debole sorriso e capisco quanto vorrei potermi abituare a farlo più spesso. Lui si avvicina, ora completamente vestito, e appoggia le mani sul muro, ai lati del mio viso, si abbassa e mi da un piccolo bacio sulle labbra succhiandomi dolcemente il labbro inferiore "Bene…ci vediamo dopo allora. Ora è meglio che tu vada perché la partita è quasi finita". Ed esco da quella stanza con la sensazione che un angelo sia appena entrato nella mia vita.


RINGRAZIO DI CUORE TUTTE LE SCRITTRICI CHE SI SONO CIMENTATE IN QUESTA INIZIATIVA, E SPERO DAVVERO DI LEGGERVI ANCORA!!!!
 
UN SINCERO E AFFETTUOSO GRAZIE VA ALLE MIE SPLENDIDE "SORELLE" CHE ASSECONDANO TUTTE LE IDEE PIU' O MENO BIZZARRE CHE SCATURISCONO DALLA MIA MATERIA GRIGIA.
UN GRAZIE AFFETTUOSO E SEMPRE SINCERO VA ALLA MIA AMICA FRANCY, CON LA QUALE FACCIO SEMPRE VOLENTIERI "SCORPACCIATE" DI ROMANCE E MANZO.....